Gli psicofarmaci possono sostituire la psicoterapia?
E' bene chiarire il fatto che le diverse competenze, mediche o psicologiche non sono tanto in relazione alla natura del disagio o del disturbo mentale del paziente, quanto alla diversità degli "strumenti operativi" che ciascun profilo, medico o psicologico possiede.
In altri termini, se è vero che per alcuni disturbi l'intervento farmacologico è da privilegiare, per molti altri invece è elettivo l'intervento psicoterapeutico, e per altri ancora la terapia congiunta (farmaci e psicoterapia) dà migliori risultati.
Bisogna comunque dire che l'intervento medico è diretto essenzialmente alla scomparsa dei sintomi, quello psicologico e psicoterapeutico è diretto invece ad una modifica del comportamento problematico (e di conseguenza alla scomparsa dei sintomi) e alla maturazione della personalità. In ogni caso, l'intervento psicoterapeutico esclude i mezzi di natura farmacologica, fisica e chirurgica.
Gli psicofarmaci possono essere usati nel processo psicoterapeutico come coadiuvanti secondari che, in determinate patologie, possono accelerare o facilitare il processo terapeutico. Non possono essere considerati fattori principali per ottenere modifiche della condotta problematica, perché se così fosse dovremmo parlare d'intervento farmacologico o altro, e non di psicoterapia.
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