La tendenza ad attribuire i nostri successi a fattori personali quali talento, impegno e capacità, e gli insuccessi a fattori esterni, come sfortuna, circostanze sfavorevoli o interferenze altrui, è un fenomeno largamente diffuso.
Questo “errore” cognitivo automatico e inconsapevole, noto come self-serving bias (bias di autoprotezione), svolge una funzione protettiva poiché mette in risalto le nostre qualità e sostiene la nostra autoimmagine. In altre parole, aggiunge valore positivo alle nostre azioni, rafforzando così l'autostima.
Il self-serving bias, al pari di altre distorsioni cognitive, come per esempio il confirmation bias, è oggetto di grande interesse in diverse discipline, quali la psicologia sociale, la psicologia clinica e l'economia comportamentale. Le implicazioni di tale bias vanno ben oltre la semplice attribuzione del successo o del fallimento. Infatti, esso influenza aspetti della salute mentale, delle relazioni interpersonali e delle dinamiche sociali.
Il self-serving bias può portare a una percezione distorta della realtà, a una ridotta autoconsapevolezza e a difficoltà nell'accettare la responsabilità per i propri errori.
Il self-serving bias: implicazioni nelle relazioni interpersonali
Sebbene il self-serving bias contribuisca a mantenere una visione positiva di sé stessi, proteggendo l'autostima, esso può anche ostacolare una valutazione oggettiva delle situazioni. È essenziale riconoscere che il nostro comportamento è il risultato di una complessa interazione tra fattori situazionali e disposizioni personali.
Negare la propria responsabilità negli esiti negativi limita le opportunità di cambiamento positivo e impedisce una valutazione obiettiva degli eventi, riducendo lo stimolo a migliorare per il futuro. Attribuire la colpa esclusivamente agli altri delega a essi la responsabilità di porre rimedio. Ci toglie il potere di azione perché ci fa dire “non dipende da me, io non ho fatto nulla”. Si perpetua così un ciclo di ripetizione degli stessi errori e ciò può ostacolare lo sviluppo dell’empowerment personale e lo sviluppo di nuove competenze.
Un aspetto significativo del self-serving bias è il suo impatto sulle relazioni interpersonali. Quando attribuiamo i nostri successi esclusivamente alle nostre capacità e i fallimenti a fattori esterni, possiamo incontrare difficoltà nel riconoscere il contributo altrui nel collaborare efficacemente alla soluzione di un problema o nella risoluzione di un conflitto nella coppia o con i nostri figli. Le persone che tendono a incolpare gli altri per i loro insuccessi o difficoltà sono più incline a reagire in modo impulsivo come descritto in: Comportamento impulsivo: aspetti psicologici e strategie di gestione.
Naturalmente dare la colpa alle condizioni atmosferiche o al traffico per essere arrivati tardi a una riunione è ben diverso da incolpare le persone a noi più vicine. È possibile che si crei nella relazione affettiva un clima di insicurezza, di scarsa fiducia in chi si sente attribuire colpe per comportamenti non corrispondenti alla realtà.
Comprendere le conseguenze negative del self-serving bias nella vita di tutti i giorni è fondamentale per orientare la ricerca d’interventi psicoterapeutici mirati a migliorare la consapevolezza di sé e la qualità delle relazioni interpersonali.
Il self-serving bias: implicazioni in ambito lavorativo
In ambito lavorativo, il self-serving bias è particolarmente studiato. Le persone spesso tendono ad attribuire i successi professionali alle proprie abilità e competenze, mentre gli insuccessi sono imputati a fattori esterni come capi o colleghi inaffidabili, burocrazia, cattiva gestione, favoritismi o condizioni di mercato sfavorevoli.
Alcuni studi suggeriscono che i leader che manifestano un forte self-serving bias possano non riconoscere i contributi dei membri del team compromettendo così la loro partecipazione e coinvolgimento nel perseguire gli obiettivi di gruppo e organizzativi. Inoltre, tali leader possono essere meno inclini ad accettare critiche costruttive o a riconoscere aree di miglioramento, ostacolando così la crescita professionale.
I collaboratori, d'altro canto, potrebbero sovrastimare le proprie capacità e sottovalutare l'importanza del lavoro di squadra o del supporto aziendale nei successi ottenuti. La tendenza a incolpare gli altri per i fallimenti può portare a tensioni tra colleghi e a deteriorare il clima lavorativo. Il self-serving bias può influenzare inoltre le valutazioni delle prestazioni. I manager devono essere consapevoli di questo bias per garantire una valutazione equa e obiettiva.
Dal punto di vista della cultura aziendale, il self-serving bias, se diffuso, può contribuire a creare una cultura di scarsa responsabilità e mancanza di autocritica. La riluttanza a riconoscere gli errori può impedire all'organizzazione di imparare dalle esperienze negative e migliorare i processi. Comprendere e affrontare il self-serving bias è essenziale per creare un ambiente di lavoro più equo, collaborativo e produttivo e favorire lo sviluppo personale e professionale di tutti i membri dell'organizzazione.
Per mitigare gli effetti del self-serving bias, le organizzazioni possono promuovere una cultura di apprendimento continuo, incoraggiando la riflessione, l'autocritica costruttiva e l'accettazione degli errori come opportunità di crescita. La combinazione di queste best practices facilita l’identificazione di nuovi modi di affrontare i problemi senza per forza ricorrere al facile meccanismo del “è colpa di” ma ricorrere a un’analisi più produttiva (anche se richiede più tempo) del “perché è accaduto questo”. Ovvero qual è il problema e come possiamo risolverlo.
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